Nell’arco trionfale la rappresentazione musiva si fa frontale, su un piano composto da quattro pannelli orizzontali. In essi viene rappresentata l’infanzia di Gesù, tramite episodi desunti anche dai Vangeli Apocrifi.
Il tutto, però, in chiave sempre mariana, per celebrare la divina maternità di Maria.
«L’arco trionfale rappresenta simbolicamente la grande porta attraverso la quale l’umanità giunge fino a Dio: per questo vi sono raffigurati gli eventi dell’incarnazione. Al centro della prima fascia, in alto, troviamo l’iscrizione “Xistus episcopus plebi Dei” ovvero “papa Sisto vescovo al popolo di Dio”. Sopra l’iscrizione si vede il trono su cui è insediato il crocifisso gemmato: questa immagine viene tradizionalmente chiamata etimasia, cioè la “felice attesa” del ritorno di Cristo.
Il primo registro narra il dogma di Maria, Madre di Dio, come viene rivelato, nei vangeli dell’infanzia, al popolo ebraico. Maria è vestita come una principessa romana, siede su un piccolo trono e dipana, col fuso sotto il braccio, la matassa di porpora destinata a tessere il velo del Tempio. La colomba dello Spirito Santo e l’arcangelo Gabriele che le porta l’annuncio, volteggiano su di lei. Tre angeli la circondano e l’assistono.
Il secondo registro narra la rivelazione della divinità di Gesù ai pagani.
Il terzo registro, in opposizione tematica ai due precedenti, rappresenta il rifiuto della divinità di Gesù. A destra e a sinistra troneggia il re Erode, vestito come un imperatore romano, su trono gemmato, con diadema e nimbo, circondato dai suoi soldati.
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